I GRANDI TEMI ETICI

1ª EDIZIONE
FOTOGRAFIA E AMBIENTE

5 INCONTRI ONLINE DAL 27 OTTOBRE 2025 3 NOVEMBRE

PREMESSA

Tra documento e sguardo autoriale, la fotografia è oggi uno strumento imprescindibile di indagine, riflessione e sensibilizzazione. Cinque incontri online che ci fanno incontrare altrettanti autori affermati a livello internazionale che, attraverso progetti a lungo termine, hanno saputo raccontare le trasformazioni ambientali e sociali del nostro tempo.

IN BREVE

Come, e perché, riflettere attraverso la fotografia sui grandi temi etici che il nostro tempo deve affrontare, a partire da quello ambientale. Attorno alla fotografia che “prende in prestito la forma del documento” ruotano gli incontri che ci svelano ispirazioni e motivazioni degli autori, i loro obbiettivi artistici e politici, svelandoci le diverse fasi del processo creativo: ideazione, ricerca preliminare, presentazione a potenziali sostenitori, rapporti con istituzioni e comunità scientifica, realizzazione e restituzioni pubbliche. Ogni appuntamento sarà l’occasione per scoprire grandi progetti fotografici a lungo termine pubblicati sotto forme diverse, che hanno ricevuto premi e riconoscimenti in tutto il mondo.

COME E QUANDO

Il corso inizierà il 27 ottobre  3 novembre e terminerà il 24 novembre 1 dicembre 2025; si terrà online dalle 20:30 alle 22:30 con classe virtuale in Zoom per un totale di cinque lezioni settimanali.

Da calendario (ore 20:30-22:30, Zoom)

  • Lunedì 27 ottobre – Tomaso Clavarino
  • Lunedì 3 novembre – Matteo De Mayda
  • Lunedì 10 novembre – Alessandro Grassani
  • Lunedì 17 novembre – Rocco Rorandelli
  • Lunedì 24 novembre – Marina Caneve
  • Lunedì 1 dicembre – Tomaso Clavarino


Le registrazioni delle lezioni
saranno inviate entro due giorni dallo svolgimento e resteranno disponibili per la visione per dieci giorni dal momento della ricezione. Materiali e link  forniti dai docenti saranno raccolti in un Drive dedicato e condiviso con i partecipanti.

IL PROGRAMMA DELLE LEZIONI

TOMASO CLAVARINO – Parlare di cambiamenti climatici
Parlare di cambiamenti climatici provando a trovare delle chiavi di lettura alternative è un processo che mi ha sempre incuriosito e stimolato. Ed è proprio in quest’ottica che ho dato vita ad HAVE YOU EVER HEARD THE SOUND OF FALLING ROCKS? Un progetto fotografico che, grazie ad un’importante sinergia con ricercatori, università e centri di ricerca, è riuscito ad indagare, e rappresentare, visivamente non un elemento, ma bensì uno stato. Un qualcosa che non si può vedere, non si può toccare, ma che si può però immaginare.Ed è proprio questo processo di immaginazione che sarà al centro dell’incontro in programma…Un momento di condivisione e discussione sulla metodologia di lavoro, sulla ricerca e sulla restituzione di progetti visivi che hanno implicazioni e orizzonti ben più ampi della semplice pubblicazione o esposizione.

MATTEO DE MAYDA
L’incontro offre uno sguardo sul processo creativo di un progetto di ricerca a lungo termine, che indaga temi sociali e ambientali attraverso una stratificazione del linguaggio: fotografie documentarie, testi, materiali d’archivio, esperimenti scientifici e elementi del folclore locale. Si esplorerà come trasformare un sistema complesso di elementi in una narrazione coerente, e come questa possa prendere forma in una mostra e in un libro. Si parlerà anche di assignment nella fotografia editoriale con un taglio autoriale, guidando i partecipanti dalla concezione di un’idea fino alla sua realizzazione, affinché il lavoro risulti sostenibile, riconoscibile e coerente con la propria voce autoriale.

ALESSANDRO GRASSANI –  Migranti climatici: l’ultima illusione
Il cambiamento climatico non è un concetto astratto, ma una realtà che spinge milioni di persone a lasciare le proprie terre. Entro il 2050, secondo le stime, oltre 200 milioni di individui potrebbero diventare migranti climatici, in gran parte costretti a spostarsi dalle campagne alle città dei paesi più fragili e meno preparati. Attraverso il progetto Migranti Climatici: l’ultima illusione, Alessandro Grassani racconta le storie di pastori, contadini e pescatori di Mongolia, Bangladesh, Kenya e Haiti, costretti ad abbandonare stili di vita secolari per inseguire nelle città una speranza che spesso si rivela illusoria.

MARINA CANEVE – Per prima cosa chiuderai gli occhi davanti alle immagini
Nel film Nicht Löschbares Feuer (Inextinguishable Fire, 1969) Harun Farocki ci mostra gli effetti delle armi chimiche usate nella guerra in Vietnam, attraverso un’iconografia che mette in discussione, come Susan Sontag, i drammatici scenari tipici del foto-giornalismo. Davanti alla macchina da presa, Farocki legge: “Come possiamo mostrare il napalm in azione? E come possiamo mostrarvi i danni causati dal napalm? Se ti mostrassimo le foto delle bruciature da napalm, chiuderesti gli occhi. Per prima cosa chiuderai gli occhi davanti alle immagini. Allora chiuderai gli occhi davanti al ricordo. Allora chiuderai gli occhi davanti ai fatti. Poi chiuderai gli occhi sull’intero contesto”.  In Per prima cosa chiuderai gli occhi davanti alle immagini Caneve affronterà il tema dello stile documentario nella fotografia contemporanea attraverso un discorso trasversale che mostra come immagini che prendono in prestito la forma del documento siano state usata per toccare temi urgenti nella contemporaneità, in particolare questioni politiche ed ambientali, affrontando la questione dell’impegno e dell’impatto delle immagini.

ROCCO RORANDELLI –  Silent Spring
Silent Spring di Michele Borzoni e Rocco Rorandelli (2021–2024) racconta l’attivismo climatico in Europa, seguendo i giovani che sfidano governi e sistemi economici distruttivi. Il progetto documenta azioni dirette e dirompenti di movimenti come Extinction Rebellion, Code Rouge ed Ende Gelände, e riflette sulla crescente criminalizzazione della protesta. Ispirato al libro di Rachel Carson del 1962, diventa simbolo di speranza e cambiamento attraverso l’azione delle nuove generazioni.

A CHI SI RIVOLGE

Appassionati di fotografia, autori interessati ai temi ambientali e alle modalità di creazione e promozione di un progetto fotografico, persone sensibili agli argomenti discussi che toccano moltissimi aspetti dei problemi ambientali contemporanei legati al cambiamento climatico. Chi è interessato a scoprire il sottile equilibrio tra documento e lavoro autoriale.

COSTO E ISCRIZIONE

Il costo del corso è di 90€. Per effettuare l’iscrizione procedi cliccando il pulsante PARTECIPA AL CORSO sotto fino al 24 ottobre 31 ottobre  2025.

Attenzione! Per informazioni o assistenza scrivici in qualsiasi momento.

Anticipazione: tutti gli iscritti riceveranno comunicazioni automatiche, poi un’e-mail il giorno del corso dalla referente del corso.

SCONTI E AGEVOLAZIONI

Dal 2021 tutti gli abbonati alle riviste del gruppo Sprea IL FOTOGRAFONPHOTOGRAPHYPHOTO PROFESSIONAL hanno diritto ad uno sconto del 10% sul costo di ogni corso.
È attivo uno sconto del 20% (esclusa quota sociale) per tutti coloro che hanno partecipato ad almeno un corso di Spazi Fotografici nell’anno in corso, per studenti, per membri di circoli FIAF e per Soci della Rete DOC. 
Per informazioni su scontistiche di gruppo contattare la segreteria.

Scopri di più scrivendo a segreteria@spazifotografici.it

NB. gli sconti non sono cumulabili

I DOCENTI

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TOMASO CLAVARINO

Tomaso Clavarino è un fotografo i cui lavori sono esposti e presentati in gallerie, festival e spazi pubblici. Tra i quali: Triennale Milano, Mufoco, Museo Blanes di Montevideo, Fotografia Europea, Athens Photo Festival, Lumen Museum, Les Recontres d’Arles, etc… Dal 2014 i suoi lavori sono pubblicati sui maggiori magazine Internazionali. E’ co-curatore di Jest, docente allo IED, e lecturer in vari istituti, workshop e masterclass. E’ autore di cinque libri fotografici: Confiteor, 2018, ZineTonic Editions; Ballad of Woods and Wounds, 2020, studiofaganel; Padanistan, 2022, Guest Editions; Soffice come l’erba ruvido come l’asfalto, 2025, Comune di Milano Emotional Geographies, 2025, IIC Toronto/studiofaganel

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MATTEO DE MAYDA

Matteo de Mayda (1984) è un autore con base a Venezia. La sua ricerca visiva si concentra su tematiche sociali e ambientali, e si sviluppa in dialogo con l’archivio e l’indagine scientifica. Ha esposto alla Biennale di Architettura di Venezia, al MUFOCO, alla Triennale, a Fotografia Europea e al Design Museum di Londra. Nel 2019 ha pubblicato Era Mare (ed.bruno), un libro sull’acqua alta a Venezia. Nel 2020 Artribune lo ha nominato miglior giovane fotografo italiano. Nel 2021 de Mayda è stato selezionato per il programma europeo FUTURES e ha vinto l’Italian Sustainability Photo Award. Nel 2022 ha vinto il British Journal of Photography International Award. Nel 2023 è stato tra i vincitori di Strategia Fotografia, programma promosso dalla DGCC del Ministero della Cultura, con il progetto Una Barena Intera, un progetto sulla fragilità della Laguna di Venezia, realizzato in collaborazione con CAMERA e Fondazione Alinari. Nel 2024 ha pubblicato There’s no calm after the storm (ed.bruno), frutto di una collaborazione di sei anni con l’Università di Padova, con cui ha vinto il Premio Basilico. E nel 2025 Brilla Sempre (ed. Witty Books), in ricordo di sua madre. Il suo lavoro è apparso su The New York Times, Financial Times Magazine, National Geographic, Zeit e The New Yorker.

www.matteodemayda.com




ALESSANDRO GRASSANI

ALESSANDRO GRASSANI

Alessandro Grassani (1977) è un fotografo e giornalista visivo.
Inizia a lavorare nel settore pubblicitario, ma presto il suo interesse si sposta verso temi di attualità che, nel corso degli anni, lo portano a lavorare in più di 50 Paesi del mondo: dal Mozambico alla Costa d’Avorio, da Haiti alla Bolivia, dal Myanmar all’Indonesia. Tra il 2003 e il 2009 concentra il suo lavoro in Iran, Israele e nei Territori palestinesi, documentando eventi come il funerale di Yasser Arafat, lo sgombero degli insediamenti israeliani, l’operazione militare “Summer Rain” e gli effetti del terremoto di Bam. Da allora è tornato più volte a occuparsi della situazione degli ebrei iraniani e di un progetto dedicato alle minoranze etniche iraniane avverse al regime teocratico.
Attualmente si dedica a progetti documentaristici a lungo termine, esplorando l’impatto del cambiamento climatico e delle migrazioni indotte dal clima sulla nostra società contemporanea. Tra i suoi clienti figurano testate e organizzazioni come The New York Times e TIME, varie agenzie delle Nazioni Unite, Medici del Mondo e l’Istituto Tedesco per i Diritti Umani.

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MARINA CANEVE

Marina Caneve (1988) sviluppa progetti artistici attraverso la contaminazione di fotografia e ricerca. Nella sua pratica è centrale la stratificazione tra discipline e linguaggi e i suoi progetti nascono prevalentemente dalla messa in discussione delle narrazioni stereotipate e frontali. Attualmente si sta concentrando sull’idea di ecosistemi ambientali e culturali.
É finalista del Prix Pictet e il suo lavoro viaggerà in una serie di mostre internazionali a partire dal Victoria & Albert Museum (Londra). Nel 2023 Caneve è vincitrice della dodicesima edizione di Italian Council con il progetto On the ground among the animals, esposto nel 2024 presso UGM Maribor Art Gallery, Slovenia, e FMAV Fondazione Modena Arti Visive. Il progetto è poi stato esposto in un solo booth a Paris Photo e in una mostra personale al CAP • Centre d’art de Saint Fons. Nello stesso anno è vincitrice di Strategia Fotografia con il progetto Calamita/à e del PAC Piano per l’Arte Contemporanea con il Comune di Savignano sul Rubicone. Con Are they rocks or clouds? ha vinto numerosi premi, tra cui Giovane Fotografia Italiana (ora premio Luigi Ghirri), il Dummy Award a Cortona On The Move, il premio Bastianelli per il miglior libro fotografico italiano ed è stata nominata per il Prix du livre des Rencontres d’Arles.
Il lavoro di Marina Caneve è stato esposto in istituzioni nazionali e internazionali tra cui il MAXXI a Roma, Fotohof a Salisburgo, l’Institut Néerlandais a Parigi, La Triennale di Milano e il Mufoco di Cinisello Balsamo e fa parte di collezioni pubbliche e private tra cui Museo MAXXI, l’ICCD, il Mufoco e il Museo Nazionale della Montagna. Ha realizzato campagne fotografiche tra le quali Atlante Sapienza 22, MAXXI; Italia Inclusiva, MAECI; Tredici sguardi sui Musei Lombardia, Direzione Musei Lombardia; Atlante Architettura Contemporanea, MiC e Mufoco; Unesco, ICCD; Marghera on stage, Padiglione Venezia, La Biennale di Venezia. Dal 2013 è co-curatrice del progetto CALAMITA/À, una piattaforma di indagine interdisciplinare che esplora il tema della catastrofe a partire dal caso studio del Vajont. Nel 2023 il progetto è risultato vincitore del bando Strategia Fotografia. È tra gli artisti invitati da CAMERA Torino al progetto europeo FUTURES.  Tra le principali pubblicazioni: On the ground among the animals (Fw:Books), Calamita/à. An investigation into the Vajont catastrophe (Fw:Books), Io sono contemporaneamente (Dario Cimorelli editore), Are they Rocks or Clouds? (Fw:Books), Di roccia, fuochi e avventure sotterranee (Quodlibet), La forma dell’acqua svanisce nell’acqua (A+M). Caneve combina la sua ricerca artistica con l’insegnamento: ha insegnato presso il Master IUAV in Photography ed è attualmente docente presso CISA Locarno, LABA Brescia e Spazio Labo’ Bologna, oltre a curare workshop per diverse istituzioni.




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ROCCO RORANDELLI

Rocco Rorandelli (Firenze, 1973) ha iniziato a lavorare come fotografo documentarista dopo i suoi studi in Scienze Naturali, che lo hanno aiutato a sviluppare un profondo interesse per le questioni sociali e ambientali. Collabora con numerose organizzazioni intergovernative e no profit, tra cui OMS, Oxfam, Save the Children, MSF, SlowFood, ecc., e pubblica sulle più importanti riviste internazionali, tra le quali Le Monde, GEO, Der Spiegel, Newsweek, The Wall Street Journal, Paris Match, The Guardian, D di Repubblica, L’Espresso, Internazionale, Io Donna, Vanity Fair, Sportweek, Monocle, IL e altri. Nel 2011 gli è stato assegnato un grant dal Fund for Investigative Journalism per il suo progetto a lungo termine sull’industria del tabacco, pubblicato poi come libro con il titolo Bitter Leaves (GOST Books, 2019). Nel 2023, ha vinto con Michele Borzoni il Grant dall’Italian Sustainability Photo Award per un lavoro sulle comunità sostenibili. Rocco vive a Roma. È uno dei membri fondatori del collettivo TerraProject.

Un programma a cura di Spazi Fotografici

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