




Con l’idea di offrire un programma diversificato e molteplici occasioni di approfondimento, Spazi Fotografici prosegue con la sua idea di didattica online fondata sull’incontro e incrocio con alcuni dei più autorevoli professionisti dell’ambito culturale tutto. Ora chiamando a raccolta alcuni dei più importanti studiosi e ricercatori del contemporaneo, sul visivo, oltre il visivo, a cercare di comprendere mezzi, linguaggi e possibilità di questo tempo.
Con la seconda edizione del corso Questo mondo è tutto immagini Spazi Fotografici si dà come obiettivo quello di allargare il campo di ragionamento attorno alla cultura visuale: possibilità, differenze, pericoli e scenari, grazie al contributo di alcuni dei più autorevoli docenti, studiosi, professionisti: Luca Andreoni, Chiara Bardelli Nonino, Francesco Jodice, Andrea Pinotti, Simone Santilli, Valentina Tanni.
Il programma, strutturato tra focus e ragionamenti, ci permetterà di parlare di fotografia ed arti, ma necessariamente nell’incrocio, relazione, scontro, con altre culture e altri linguaggi. Dall’avvento di estetiche, modi e tecnologie del digitale, di internet, intelligenza artificiale, realtà virtuale e aumentata, videogiochi e più in generale cultura del gaming, avremo la possibilità di ragionare, in modo differente e tramite attraversamenti differenti, dell’impatto che queste e non solo queste hanno avuto e avranno su di noi, come collettività e come singoli.
Se come vedremo con Luca Andreoni la fotografia già da tempo si interroga sul ruolo che può avere, in questo ‘mondo di immagini’, la domanda si fa ora più urgente sia per le velocissime derive tecno-artistiche – vedi Chiara Bardelli Nonino, l’AI ed i progetti da lei selezionati – sia per alcune modificazioni più complesse come quelle affrontate da Francesco Jodice in incipit e in relazione a macro-sistemi, macro-processi.
In tutto ciò continuamente incrociandosi e incrociandoci con effetti, “altrovità” (Vera Gheno) e modificazioni come quelli analizzati da Santilli e Tanni, nel più ampio contesto tecno-evolutivo – nel suo profondo, mai mutato – di cui spiegherà, da docente master, Andrea Pinotti.
Con prima lezione lunedì 8 aprile 2024 il corso si terrà online dalle 20:30 alle 22:30, con classe virtuale in Zoom, per un totale di sei lezioni settimanali (ultima: lunedì 13 maggio 2024). Le registrazioni delle lezioni saranno rese disponibili ai soli partecipanti per 9 giorni dall’invio.
Eventuali materiali e link saranno raccolti in un Drive condiviso.
Al termine del corso a tutti i partecipanti verrà rilasciato un attestato.
Da calendario (ore 20:30-22:30, Zoom)
Il corso, in formula frontale e dialogica, si rivolge a tutti ed in particolare a fotografi, artisti, professionisti ed operatori del settore culturale-artistico, a studenti ed appassionati di fotografia e visivo. Per la partecipazione sarà necessario avere installato Zoom (anche in versione gratuita).
Il costo del corso è di 200€. Per effettuare l’iscrizione procedi cliccando il pulsante sotto entro il 5 aprile 2024.
Attenzione! Il sistema è nuovo! Per informazioni o assistenza scrivici in qualsiasi momento.
Anticipazione: tutti gli iscritti riceveranno comunicazioni automatiche, poi un’e-mail il giorno del corso dalla referente del corso.
Dal 2021 tutti gli abbonati alle riviste del gruppo Sprea IL FOTOGRAFO, NPHOTOGRAPHY, PHOTO PROFESSIONAL hanno diritto ad uno sconto del 10% sul costo di ogni corso. Dal 2024 è inoltre attivo uno sconto del 20% (sempre sul costo del corso) per: tutti coloro che hanno partecipato ad almeno un corso di Spazi Fotografici nell’anno in corso (quindi 2024!); studenti; membri di circoli FIAF; soci DOC.
Scopri di più scrivendo a segreteria@spazifotografici.it
NB. Ciascun iscrivente ha diritto ad un solo sconto
IN PRINCIPIO, FRANCESCO JODICE, GIOCATTOLI – Docente già nella prima edizione di Questo mondo è tutto immagini, Francesco Jodice torna per guardare, da una parte, al linguaggio fotografico e ai suoi possibili futuri, dall’altro a una serie di processi in cui tutti, volenti o nolenti, siamo inseriti. Posto in apertura del nostro ciclo di lezioni, il suo intervento ci porterà a guardare ad alcuni grandi cambiamenti, incognite, quesiti quali a) il lento e strategico processo di disintellettualizzazione delle classi medie in Occidente, con l’aumentata distanza tra noi e la nostra capacità di leggere il reale in cui siamo appunto inseriti; b) il complicarsi di quel magazzino di materiali culturali che costituisce la trama del reale, oggi fatto di geopolitiche, sistemi finanziari, conflitti culturali e religiosi, gestione delle risorse naturali, carestie e epidemie e guerre cioè movimenti molto spesso difficilmente noti e comprensibili; c) la diminuita disponibilità individuale a confrontarsi con un’immagine ricca dei fenomeni che costituiscono il quotidiano – questi ed altri. Se la fotografia è per sua natura, storia, vocazione, il linguaggio che vanta una supposta prossimità alla osservazione e restituzione della realtà, la domanda che dobbiamo porci è: è la fotografia ancora in grado di pedinare i mutamenti dei paesaggi culturali? E, se sì, grazie a quali modificazioni?
UN FOCUS, THOMAS RUFF, CON LUCA ANDREONI – Inserita come focus in mezzo ai ragionamenti, la lezione su Thomas Ruff, Photographs about Photography, è una delle più celebri di Luca Andreoni: pensata anzitempo per discutere del fotografico, nelle sue recenti e prossime evoluzioni. Figura centrale della fotografia contemporanea sin dagli anni Ottanta del Novecento, Thomas Ruff ha anticipato con le sue ricerche metafotografiche molte delle pratiche più interessanti del panorama attuale, che riguardano anche il lavoro degli artisti delle generazioni più recenti. La lezione percorrerà in modo sistematico tutta la sua produzione, dagli esordi alla Kunstakademie di Düsseldorf fino alle serie di oggi, descrivendo puntualmente una lucida sequenza di lavori che si legano in una sorta di “Grammar of Photography”, titolo di una sua pubblicazione antologica già quindici anni fa.
ANDREA PINOTTI, CYBER-THEO. LE RADICI TEOLOGICHE DELLE TECNOLOGIE DIGITALI DI PRODUZIONI DI IMMAGINI – Contributo importante per i nostri ragionamenti, la lezione del professor Andrea Pinotti, ci porterà ad analizzare orizzonti ed impatti delle “nuove” e pervasive tecnologie digitali – Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale e Realtà Aumentata – approfondendo analogie e differenze con già presenti ambizioni e sistemi di pensiero e culturali. Cioè da una parte guardando a promesse e desideri, dall’altra guardando a quanto di “non nuovo” esiste in esse ed essi. Tali tecnologie – scrive – “affondano le loro radici nel terreno che per millenni è stato concretamente vissuto dalle comunità umane nelle varie esperienze del sacro, del magico e del soprannaturale, lavorato in lungo e in largo dalle mitologie, dalle religioni e dalle ideologie, e formulato in concetti e dogmi dalla riflessione teologica e politica”. “Se da un lato si tratta evidentemente di piani esperienziali e concettuali non sovrapponibili senza resti, ciascuno dei quali esige una considerazione specifica, dall’altro essi si intersecano nel punto in cui ne va di un ‘oltre’, che esprime un’aspirazione al superamento della finitudine e delle costitutive limitazioni dell’umano, individuale e collettivo”. Si va verso un ‘super’, così ieri, così oggi. (Ora con quali scenari e mezzi?)
VALENTINA TANNI, PAESAGGI INTERIORI: VIAGGI NELLE ESTETICHE DI INTERNET – Proseguendo nei nostri studi e nelle nostre riflessioni, con la lezione di Valentina Tanni guarderemo ad un mondo (quello inaugurato dall’avvento del magnifico e progressivo web e delle sue sorti) che da decenni modella vite e pensieri di tutti noi. Se le “estetiche di internet” sono movimenti culturali incentrati sulla produzione e sullo scambio di immagini, è innegabile che da tempo, attraverso, segni, forme e colori, milioni di persone nel mondo esprimano stati d’animo, sogni, paure e ossessioni, cercando sempre nuovi modi per condividere la parte meno visibile e più complessa dell’essere umano: i suoi paesaggi interiori. La lezione descriverà perciò come necessario alcune delle estetiche di internet più diffuse – dreamcore, weirdcore, traumacore, liminal spaces – connettendole tra loro e analizzandole, con l’obiettivo di mettere a nudo le pulsioni più urgenti che custodiscono: ciò che loro abbiamo affidato e continuiamo ad affidargli.
SIMONE SANTILLI, NULLA È REALE: TUTTO È LECITO – Sulla scia dello stesso ordine di pensieri arriveremo dunque a Simone Santilli, da tempo impegnato in ricerche che studino il legame tra fotografia e gaming, essi intesi come cardini della società contemporanea cioè come occhio e interpretazione del mondo (dei mondi). In un tempo in cui la quotidianità ed il gioco sono divenuti sempre più simili, in un tempo in cui al centro ci sono proprio le immagini, la condizione che viene a formarsi è quella in cui la distinzione tra realtà e finzione non solo si fa più dura, ma del tutto irrilevante, scrive Santilli. “Gli ambienti virtuali sono dimensioni genuine e autentiche e noi, frequentandoli, interpretiamo la realtà di conseguenza, rimodulando le nostre abitudini, il nostro aspetto, il nostro linguaggio e le nostre aspettative”. Per questo, parlare di fotografia e videogioco non significa interessarsi solo alle pratiche fotografiche svolte all’interno dei giochi computerizzati, ma al modo in cui la cultura videoludica e quella fotografica stanno riscrivendo le coordinate del nostro stare al mondo. Sistemi di pensiero e, ancora, scenari.
BONUS TRACK, CHIARA NONINO, UNCANNY ATLAS: FOTOGRAFIA, REALTÀ E AI – In chiusura del ciclo di lezioni, Chiara Bardelli Nonino ci riporterà al fare artistico di oggi, ma tramite una selezione di alcuni dei più interessanti lavori (per molti ‘al limite’), delle riflessioni che scaturiscono dall’incrocio di culture e linguaggi differenti. Attraverso l’esplorazione di una serie di progetti artistici e vernacolari, la sua lezione ci porterà a ragionare attorno alla tanto discussa intelligenza artificiale, ai suoi strumenti e alle sue applicazioni, guardando all’impatto che essa ha nel nostro rapporto con le immagini fotografiche, poi nel rapporto tra fotografico e reale, il tutto al netto dei ragionamenti e focus precedenti. Così, dalla sua ricerca quotidiana e dall’ultimo Photovogue Festival (dedicato proprio a questi progetti e temi), concluderemo un attraversamento che inevitabilmente ne aprirà molti altri.

Fotografo, artista e docente, Luca Andreoni è una figura di spicco nel panorama contemporaneo della fotografia italiana; sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private. Insegna fotografia all’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo e al Master in Photography and Visual Design di NABA di Milano. Ha tenuto e tiene regolarmente workshop e condotto seminari in università e istituzioni di prestigio – come, fra le altre: ICCD (MIBACT), Fondazione Fotografia Modena e Mart di Rovereto.

Chiara Bardelli Nonino, laureata in Filosofia con una tesi sulla fotografia post-mortem, vive e lavora a Milano come curatrice e editor indipendente. Ha lavorato per 11 anni da Condé Nast Italia, come Senior Visual Editor di Vogue Italia e de L’Uomo Vogue e coordinando la sezione Photography di Vogue.it. È curatrice del Photo Vogue Festival, rassegna annuale che parla di fotografia di moda da una prospettiva socio-politica, per cui ha curato e prodotto le mostre Uncanny Atlas, Reframing History, All That Man Is – Fashion and Masculinity Now, Italian Panorama, Fashion & Politics in Vogue Italia, The Female Gaze. Ha collaborato tra gli altri con realtà come d Repubblica, Bazaar Italia, La Quadriennale di Roma, Living Corriere, Foam Magazine, Aperture, The British Journal of Photography, A Magazine Curated by, PHmuseum, The Photocaptionist, Flash Art Italia, Looking on, Canon Student Development Programme, Metronom Gallery, Red Hook Labs, Marsell Paradise, Creative Review, Self Publish, Be Happy, Nearest Truth Photobook Program e università come l’ECAL/University of Art and Design Lausanne, IUAV, IED Barcelona, Parsons Paris | The New School. Nel suo lavoro di ricerca si concentra principalmente sull’arte visiva contemporanea, contribuendo a giurie, talk e progetti curatoriali ed editoriali indipendenti, tra cui la mostra The Edge Effect in Marselleria, il progetto My Queer Blackness My Black Queerness e la co-curatela di Aperture Summer Open: Delirious Cities. Ha fatto parte della giuria del festival di Hyères 2020 presieduta da Paolo Roversi, di cui ha curato la mostra monografica Paolo Roversi – Studio Luce al MAR di Ravenna e l’omonimo libro d’arte disegnato da M/M Paris.

Francesco Jodice (Napoli 1967) vive e lavora a Milano. Nel 1995, dopo la laurea in architettura, si dedica alle prime ricerche artistiche utilizzando i media della fotografia e del video. Nel 1999 partecipa alla costituzione del collettivo Multiplicity. Tra il 1996 e il 2004, il rapporto tra i grandi paesaggi urbani e le comunità è al centro della sua ricerca, come testimoniano i progetti What We Want, The Secret Traces e The Morocco Affair. In seguito, l’attenzione di Jodice si rivolge alle diverse culture antropologiche in relazione ai nuovi fenomeni di megapolitismo. A questo periodo appartengono Hikikomori, Ritratti di classe e la trilogia di film Citytellers. Dal 2008 la geopolitica è al centro delle ricerche dell’artista. L’analisi della crisi del sistema Occidente porta alla realizzazione di film, installazioni e progetti fotografici quali Atlante, American Recordings, Rivoluzioni e il più recente West. Jodice intende la pratica dell’arte come una poetica civile, i suoi processi artistici promuovono forme e modelli di partecipazione del pubblico. Esempi di questa attività sono presenti nei progetti La notte del drive-in. Milano spara, Babel e Scenario. Insegna al Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali e al Master in Photography and Visual Design presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Ha partecipato a esposizioni collettive quali documenta Kassel, la Biennale di Venezia, la Biennale di São Paulo, la Triennale dell’ICP di New York, la Biennale di Liverpool, e la Biennale di Yinchuan. Ha esposto al Castello di Rivoli (Rivoli, Torino), alla Tate Modern (Londra) e al Prado (Madrid). Tra i suoi progetti principali l’atlante fotografico What We Want, un osservatorio sulle modificazioni del paesaggio in quanto proiezione dei desideri collettivi, l’archivio di pedinamenti urbani The Secret Traces e la trilogia di film sulle nuove forme di urbanesimo: Citytellers. I suoi lavori più recenti – Atlante, American Recordings, Rivoluzioni e West – esplorano i possibili scenari futuri dell’Occidente. Nel 2022, con il supporto dell’Italian Council, conclude il progetto West, una ricerca decennale sull’immaginario che la storia americana ha generato e diffuso in tutto il mondo e sulle ragioni del collasso di questo impero attraverso l’investigazione della sua simbologia. Le sue opere sono parte di numerose collezioni pubbliche italiane ed internazionali.

Andrea Pinotti è professore ordinario in Estetica presso il Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università Statale di Milano, dove coordina il Progetto ERC “An-Icon. An-iconology. History, Theory, and Practices of Environmental Images” (2019-2024). Fellow di numerose istituzioni internazionali, dal 2021 è presidente del Comitato scientifico della Fondation Maison des Sciences de l’Homme di Parigi. Nel 2018 gli è stato conferito il Wissenschaftspreis der Aby-Warburg-Stiftung. Le sue ricerche riguardano: le teorie dell’immagine e della cultura visuale; le teorie della memoria collettiva e della monumentalità; le teorie dell’empatia; la tradizione morfologica goethiana e i suoi sviluppi contemporanei. Agli studi visuali ha dedicato, in collaborazione con A. Somaini, il volume Cultura visuale. Immagini sguardi media dispositivi (Einaudi 2016). Alle nuove tecnologie immersive di produzione di immagini e alla loro genealogia è rivolto Alla soglia dell’immagine. Da Narciso alla realtà virtuale (Einaudi 2021). Il suo ultimo libro è Nonumento. Un paradosso della memoria (Johan & Levi 2023).

Simone Santilli (1987) è un artista visivo e docente. Dal 2012 è parte del duo The Cool Couple, la cui ricerca multidisciplinare e ironica è radicata nei visual culture studies. Tra i riconoscimenti ricevuti rientra l’ottava edizione di Italian Council nel 2020. Le opere di TCC sono presenti in collezioni private e istituzionali tra cui quelle di MAXXI, MAMbo e Luma Foundation.

Valentina Tanni è storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano; Estetica dei New Media e Linguaggi dell’arte contemporanea alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Roma; Meme Culture and Aesthetics e Digital Media Culture alla John Cabot University di Roma. Ha pubblicato “Random. Navigando contro mano, alla scoperta dell’arte in rete” (Link Editions, 2011), “Memestetica. Il settembre eterno dell’arte” (Nero Editions, 2020) ed “Exit Reality. Vaporwave, backrooms, weirdcore e altri paesaggi oltre la soglia” (Nero Editions, 2023).
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